Le terme romane di Betitius Perpetuus Arzygius e la Domus dei mosaici

La nuova tappa del "Giro della Toscana in 49 musei" è dedicata all'antica città di Roselle, appena riaperta al pubblico, e ai video di 'Roselle Archeologica' pubblicati sul nuovo canale YouTube, che hanno permesso di continuare a scoprirla e ammirarla anche durante il lungo periodo di lockdown.

Le terme romane di Betitius Perpetuus Arzygius sono il primo edificio monumentale che si incontra dopo l’ingresso all'area archeologica, prima tappa di ogni visita del sito.

Nel 1985-86 saggi esplorativi in prossimità dell’attuale accesso all'area nei pressi dell’uscita orientale della città antica, consentirono di individuare, a circa 4 metri di profondità rispetto al piano di campagna, un quartiere abitativo di età ellenistica e una struttura costruita in laterizio in parte absidata, che per la presenza di tubuli, mattoni forati addossati alle pareti, atti a scaldare gli ambienti mediante aria calda che saliva da forni creati allo scopo, era identificabile come un impianto termale di discrete dimensioni, essenziale ma funzionale, privo di mosaici e con pavimenti in semplice cementizio.

E’ l’unico edificio di Roselle databile con certezza in base al fortunato rinvenimento, nel corso dello scavo dell’edificio ubicato sul lato opposto della strada, di un iscrizione inaugurale e celebrativa delle terme stesse del rector Betitius Perpetuus Arzygius, consularis di Tuscia e Umbria tra il 366 e il 370 d.C.

Buona visione. Seguiteci ...

La "Domus dei Mosaici" è una delle abitazioni delle terme che prende il nome dai suoi straordinari pavimenti musivi. 
Gli scavi, condotti tra 1974 e 1982, hanno permesso di indagare pressoché integralmente la domus, fondata tra 80 e 60 a.C. e ristrutturata variamente in età giulio-claudia, epoca a cui risale la realizzazione di un primo impianto termale.
Una serie di ambienti sopraelevati, disposti lungo il lato meridionale dell’atrio, costituisce il settore termale della domus accessibile attraverso tre gradini dall'atrio stesso.
Il primo ambiente che si incontra, stretto ed allungato in origine, in epoca tarda fu diviso in due da un tramezzo che sottrae alla vista parte della decorazione musiva del pavimento. Il distacco del mosaico, per il restauro e la ricollocazione ha consentito di verificare la presenza, non solo di fasi di vita sottostanti, ma di due strati preparatori, il primo costituito da un vespaio di pietre, il secondo un letto di calce di circa 5 cm. Al di sopra le tessere del mosaico, di colore bianco e nero, di discrete dimensioni, messe in opera da maestranze urbane a comporre disegni derivati da modelli circolanti a Ostia e Roma, molto frequenti nelle decorazioni di balnea pubblici e privati. 
Tra onde stilizzate nuotano un ippocampo cavalcato da Nettuno armato di lancia, un capro e un toro con coda pisciforme e un altro ippocampo cavalcato da Nereide, un pesce, un’anguilla. Ad una estremità del tappeto musivo è inserito un pannello rettangolare con due girandole che hanno al centro il cd. nodo di Salomone.
Al frigidario è collegata una piccola vasca per acqua fredda con pavimento monocromo e sedile in origine rivestito di lastre in marmo lunense. L’acqua usciva dalla vasca mediante una tubatura in piombo nel tombino del frigidarium. Una abside semicircolare ci fa ipotizzare una decorazione a mo’ di piccolo ninfeo, con una o più statue, da cui proveniva l’acqua di riempimento della vasca.
Attraverso un vano pavimentato in mattoni bipedali bollati, affiancato da una latrina, si poteva accedere al frigidario anche dalla strada.
Dal frigidario si passa nel tepidario con pavimento a decorazione geometrica, bordato da una fascia nera e con un complicato e raffinato sistema di cerchi intrecciati e concatenati a formare ellissi a loro volta iscritte in circonferenze.
Questo ambiente, come i successivi, ha un pavimento montato su tabelloni in cotto appoggiati su suspensurae in trachite per consentire all'aria calda di circolare e ha tubuli rettangolari alle pareti.
Continua il tema acquatico nel pavimento del calidario, decorato in origine con quattro delfini cavalcati da eroti.
Cambia completamente il tema raffigurato nel mosaico nell'ambiente successivo, interpretato come laconicum, ambiente cioè destinato alla sauna, annessa al quale è un’altra piccola vasca.
Qui in un paesaggio roccioso, un felino si lancia all'attacco di un equino, mentre altri due, uno dei quali si volta indietro, fuggono in direzioni differenti. Al centro dell’ambiente è probabilmente una roccia da cui stilla una sorgente stilizzata. 
Il cambio di temperatura e di destinazione d’uso degli ambienti sembra perciò anche sottolineato dai temi raffigurati, l’ambientazione marina dei locali più freddi e del calidario e quella terrestre ed esotica proposta per il vano più riscaldato. 
A chi e a che cosa dobbiamo in età adrianea o antonina la ristrutturazione degli ambienti, con un evidente arricchimento, ostentazione di lusso e una volontà di rappresentanza che traspare anche nel rifacimento del pavimento del tablino aperto sull'atrio e sul peristilio è materia di discussione tra gli studiosi, molti dei quali ritengono che la domus già in età giulio-claudia sia stata trasformata in un edificio pubblico e nella sede del collegio degli augustali, connessi con il culto imperiale praticato nell'edificio adiacente, presente sul lato sud del foro.

Data: 05 luglio 2020
Costo del biglietto:
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Grosseto, Area archeologica di Roselle
Orario: 8-24
Telefono: +39 0564 402403
E-mail: drm-tos.arearoselle@beniculturali.it
Sito web

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